Chiesa Arcipretale di S. Vigilio – Parrocchia, Vallarsa

Primo e più antico luogo di culto in Vallarsa, costituisce la chiesa madre di tutte le altre chiese e cappelle in Valle. Risale al 1350, edificata su un promontorio che si sporge in mezzo alla valle, detto “Linteler” (che in cimbro significa “tiglio”), dove anticamente sotto un tiglio si radunavano i capi famiglia per le riunioni del “krais” (Regola), secondo l’usanza dei popoli germanici. Particolare è il maestoso campanile, che si alza per dominare tutta la valle, edificato nel 1772. Nella cella campanaria si trovano ben sei campane, il cui suono rimbomba sulle montagne e pareti rocciose circostanti creando un maestoso eco. Le campane formano un concerto considerato uno dei più armoniosi dell’arco alpino, fu ammirato e lodato da vari scrittori, sia italiani che tedeschi, attirando i primi turisti già nell’Ottocento.

All’interno, oltre alle antiche pietre tombali delle cripte sepolcrali, si possono ammirare ben sette altari, cinque rinascimentali cinquecenteschi (provenienti dalla chiesa dell’antico convento francescano di San Bernardino a Verona) e due altari barocchi settecenteschi, opera dei celebri marmisti di Castione, nonché il piccolo e suggestivo “Organo della Pace”, voluto e finanziato dagli abitanti della Valle, martorizzata dal conflitto della Prima guerra mondiale, come monito contro le distruzioni e sofferenze provocate dalla guerra.
La chiesa, gravemente danneggiata durante la Prima guerra mondiale, si trova nell’odierna frazione Parrocchia (anticamente “Pieve” e in origine “Chiesa”), in passato capoluogo della Valle.

Chiesa della Madonna della Neve – Obra, Vallarsa

L’edificio risale al 1867. Durante il primo conflitto mondiale tutto il territorio fu duramente colpito dagli eventi bellici, la chiesa venne gravemente danneggiata e la popolazione fu costretta ad evacuare. La chiesa assunse l’aspetto attuale con il risanamento e l’ampliamento del 1924 e venne concessa, con disposizione vescovile, la possibilità di celebrare la messa e le funzioni sacre.

Nel 1939 Diego Costa decorò la facciata con un grande affresco di San Cristoforo per ricordare gli anni nei quali tutti gli abitanti erano stati costretti a lasciare le loro case.

Oltre all’affresco sulla facciata merita attenzione il dipinto su tela conservato all’interno della navata, la Madonna con Sant’Alfonso di Andrea Pozzo, visitato ed apprezzato anche dal grande critico d’arte Vittorio Sgarbi il 6 gennaio 2020.

Chiesa della Natività di Maria – Valmorbia, Vallarsa

La chiesa di Valmorbia, dedicata alla Natività di Maria, risale al 1855 quando venne costruita dalla popolazione della frazione in quanto la chiesetta del Dosso non era più in grado di soddisfare al bisogno. Fu benedetta nel 1858 e consacrata nel 1868.

Durante il primo conflitto mondiale subì enormi danni, in particolare causati da bombe cadute sull’edificio e da un incendio che la ridusse quasi ad una rovina. Durante il primo dopoguerra del XX secolo, prima venne costruito un campanile provvisorio in legno, poi si provvide a ricostruire le parti strutturali distrutte ed infine alla loro nuova decorazione. Nel 1923 venne posto il nuovo altare maggiore in marmo marmoreo, venne sistemata la pavimentazione e furono preparate quattro nuove campane. L’edificio venne ornato da dipinti murali interni realizzati la prima volta tra il 1921 e il 1927 da Francesco Giustiniani di Roma e più tardi, tra il 1934 e il 1940 dal pittore e sacerdote trentino Giuseppe Tarter.

Chiesa della Sacra Famiglia – Aste, Vallarsa

La costruzione della chiesa della Sacra Famiglia ad Aste (Vallarsa) risale al 1898 voluta e finanziata da don Giovanni Aste (all’epoca decano di Villa Lagarina) che la donò al paese.

Il tempio fu benedetto nel 1900.

La decorazione pittorica della navata e del presbiterio venne eseguita da Ernesto Bergagna nel 1925 che la completò con una pala rappresentante la Sacra Famiglia.

L’opera del Bergagna è stata voluta e finanziata  da don Giuseppe Aste.

Negli anni dal 1998 al 2002 la chiesetta è stata oggetto di ristrutturazione degli esterni, restauro affreschi interni e posa pavimento, lavori finanziati per il 75% con il contributo della Provincia  e il rimanente con il contributo dei paesani tramite lavori di volontariato e risorse finanziarie proprie.

Chiesa della SS. Trinità – Camposilvano, Vallarsa

La chiesa di Camposilvano, dedicata alla Santissima Trinità, risale al 1714 e fu edificata dai due fratelli Giandomenico e Cristiano Stoffella come cappella di famiglia, in precedenza ubicata in un locale della casa. Nel 1787 la famiglia, rappresentata da Giobatta Stoffella dalla Croce, cedette la cappella alla “Vicina di Camposilvano”, mantenendo il diritto di banco di famiglia. La cappella fu ampliata di una navata negli anni
1820-21 e soltanto nel 1878 fu realizzato il cimitero, mentre prima i morti furono portati a piedi fino alla chiesa madre di San Vigilio e sepolti nel cimitero arcipretale. Durante la Prima Guerra Mondiale la chiesa fu usata come stalla per i cavalli dalle truppe italiane.

Santuario di San Colombano

Posto all’imbocco della Vallarsa, su una parete rocciosa come un nido d’aquila su uno strapiombo sopra il torrente Leno di Vallarsa, dove si congiunge con il ramo del Leno proveniente da Terragnolo, il piccolo santuario, nei secoli passati, fu meta di pellegrinaggio da parte dei Vallarseri che in tempi di siccità si recarono in processione fino al santuario, per chiedere a San Colombano la pioggia, indispensabile per i campi. Il santuario fu anche meta di pellegrinaggio, in particolar modo dalla Germania meridionale, per ottenere il “perdono di San Colombano”, concesso il 23 marzo di ogni anno. San Colombano fu anche il patrono dei carrettieri di Vallarsa che conducevano le merci da Rovereto a Schio. Citato per la prima volta nel 1319, fu abitato da eremiti dal 1698 fino al 1782. La suggestiva località fu utilizzata fin dall’età del Bronzo come luogo di culto dedicato alle acque. Secondo la leggenda, San Colombano, proveniente dalle terre alemanne, uccise il drago malvagio che ogni sera scendeva dalle montagne nel fondovalle per bere presso il torrente Leno, infestando con il suo alito di fuoco l’acqua, provocando la morte dei bambini che nelle sue acque venivano battezzati. Il Santuario si trova sul territorio comunale di Trambileno, sul confine con il territorio comunale di Vallarsa.